Quando ho visto il ventre di mia moglie diventare più tondo, ho iniziato a parlarle ed iniziato a sentire le prime reazioni, volevo immortalare quei momenti.
È un’esperienza per me forse indescrivibile, che vorrei fissare nella memoria. Ho visto negli anni persone le cui memorie si affievolivano, fondevano e confondevano con il passare degli anni. Brutti momenti quasi svanire e belli appiatirsi a semplici aggettivi.
In fondo questo è il limite delle immagini e delle parole ed è, quello che provo come padre, per me indescrivibile.
È una immensa esperienza, in cui imparo ogni giorno nuove cose. Spesso molteplici nell’arco dello stesso giorno.
Infine, ci sono stati poi un paio di commenti che hanno trasformato una semplice idea in azione. Il primo, legato al contributo su gravidanza e parto: “hai contribuito pochi secondi, poi tutto il resto è toccato alla madre”. Che all’inizio mi ha fatto ridere, perché è una battuta comune in cui ci si prende un po’ in giro tra uomini.
Ma il secondo commento mi ha ferito e disturbato: “Ma cosa devi fare tu? Tu lavora, paga le bollette di scuola, palestra, ecc.”
E ciò che mi ha fatto più male è che tale commento venisse da un italiano.
Per me, le mie tradizioni e cultura, ma soprattutto per il mio spirito, l’esser padre è molto di più di tutto ciò.
E vorrei condividerlo, accrescerne la consapevolezza e se ci sono altri uomini – futuri padri – confusi, supportarli nel processo di provare ad esser migliori padri, migliori mariti.
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